I comportamenti e i processi creativi nelle organizzazioni complesse Azioni creative
Utilizzando metodologie integrate quali-quantitative (osservazione partecipante, questionari, interviste in profondità, analisi del contenuto, censimenti delle tecniche di stimolazione dei processi creativi utilizzati in aziende, istituti di formazione e reparti di ricerca e sviluppo) ho individuato un corpus di meta-regole che innescano dinamiche creative sia sotto il profilo sistemico che relazionale.
Dalle indagini sul campo è emerso che:
- Ogni tecnica utilizzata per stimolare creatività e produrre nuove idee (brainstorming, focus group, T.r.i.z. e altre 200 tecniche censite dal ricercatore) è a sua volta costituita da meta-regole di base che sono sempre le stesse e generano sentieri ricorsivi: opposizione, combinazione, separazione.
- Le organizzazioni post-moderne hanno proceduralizzato e burocratizzato la creatività; non nessuna tecnica è originale, tutte sono fra loro simili. Anche le teorie da cui sono state estrapolate le tecniche partono da medesimi presupposti.
- Il processo creativo nelle sue dinamiche relazionali è un fenomeno normalmente inevitabile, abitudinario e non straordinario, in molti casi cibernetico-ricorsivo in quanto evolve per variazioni sul tema prevedibili sin dall’inizio e (soprattutto nei casi di innovazione di prodotto) gestibili e misurabili.
- Il processo creativo vive di dinamiche paradossali che si innescano anche quando il processo diventa procedura. Nuove idee possono crearsi per devianza o per consonanza; un’idea banale diventa geniale in base al contesto favorevole, al consenso e alla capacità carismatica di chi propone l’idea.
- Dal punto di vista relazionale quasi sempre un processo creativo si configura come un insieme di meta-regole (normative o consuetudinarie) in grado di disattivare sé stesse pur di raggiungere uno scopo. Ogni definizione di creatività si presta a controdeduzioni non solo sul piano ermeneutico, ma anche sul piano operativo.
- Ridimensiono le tesi di Richard Florida. Talento, Tecnologia e Tolleranza sociale non determinano più creatività e più innovazione; neppure la remunerazione alta incrementa il tasso di creatività; un ambiente cosmopolita e ricco di risorse non favorisce la creatività più di un ambiente provinciale e povero. Si può parlare di creatività topologiche differenti. Contesti in cui è possibile elaborare analiticamente e luoghi in cui è possibile creare sinteticamente. Contesti in cui si elabora a partire dall’eccesso o a partire dalla mancanza.
- La creatività è figlia di una dinamica relazionale tra problema/contesto e soluzione/solutore.
- Il determinismo tecnologico sta declinando qualsiasi tipologia di innovazione verso il sentiero nano-bio-tecnologico digitale. La via analogica pura è stata abbandonata con “evidenti effetti distorsivi”. È come se un certo modo di pensare, organizzare e produrre fosse stato occultato. Ciò produce perdita di saperi.
- Sulla base delle precedenti considerazioni ho elaborato un corpus di definizioni relazionali sulle diverse tipologie di Serendipity.