Fiducia, spinta gentile ed effetti perversi

Fiducia, spinta gentile ed effetti perversi

La fiducia è un dono intrinsecamente morale?

Esiste un rapporto circolare tra fiducia ed etica?

Fiducia ed Etica presentano il medesimo carattere ambivalente e co-obbligante del dono?

Costituiscono il fondamento del legame sociale?

È possibile alterare il loro rapporto modificando la percezione che di esse hanno gli attori sociali?

Come è cambiata la fiducia nel passaggio dalla modernità alla post-modernità?

Come cambia nei momenti di crisi?

Partendo dal presupposto epistemologico che il progresso nelle scienze sociali è determinato da un mutamento teorico prodotto da «una riformulazione dei presupposti metafisici»[1] e coniugando tale sentiero con la prospettiva relazionale, secondo la quale «non i fatti, ma la relazione che intercorre tra i fatti è ciò che richiede l’analisi»[2], ho preso in esame definizioni, significati, funzioni e relazioni intercorrenti tra fiducia ed etica. Seguendo il metodo logico teoretico, ho tentato di dimostrare che fiducia e comportamento etico sono forme particolari di dono[3] e si co-appartengono, ponendosi a fondamento delle relazioni sociali.

Essendo forme particolari di dono, etica e fiducia hanno natura ambivalente e il loro circolo può produrre esiti funzionali o disfunzionali che dipendono dalla capacità dei sistemi sociali di modificare le percezioni collettive attraverso forme di comunicazione corrette ed equilibrate. La sfiducia costituisce, comunque, un elemento ineliminabile e, paradossalmente, propedeutico al ripristino del circolo fiduciario.

Esiste, infine, un processo che non esaurisce il circolo relazionale tra dono, fiducia ed etica, ma sposta in modo contingente la sua attività, determinando effetti virtuosi o perversi: comportamenti etici possono determinare disastri sociali; azioni scorrette possono generare effetti positivi imprevisti.

Tali esiti negano qualsiasi tentativo, da parte dei paradigmi funzionalisti, di poter ingegnerizzare e ottimizzare le prestazioni della fiducia.

 

 

[1] Si veda in proposito il programma forte di J. Alexander in S. Segre, Le teorie sociologiche contemporanee, Carocci, Roma, 2019, p. 12. Non basta osservare la realtà, occorre interpretarla e avvalendosi di conoscenze teoriche e riformulate, tenendo conto di teorie e tradizioni i cui fondamenti hanno carattere metafisico.
[2] F. Ferrarotti, La sociologia come analisi critica della società, in R. Cipriani (a cura di), Nuovo Manuale di Sociologia, Maggioli, Sant’Arcangelo di Romagna, 2018 p. 24.
[3] Nell’accezione classica presente in M. Mauss, Essai sur le don. Forme et raison de l’échange dans les sociétés archaïques, 1ª ed. 1925 e rivisitata da G. Satta, L’ambiguità del dono. Note su dono, violenza e potere nell’Essai di Mauss, in V. Rasini, Aggressività. Un’indagine polifonica, Mimesis, Milano 2011.