Munari e le regole della Fantasia

Di Simone D’Alessandro

Bruno Munari, uno dei più grandi creativi del Novecento, designer, architetto, esperto di ergonomia ed educatore, nella celebre opera Fantasia[1] pone una serie di definizioni e distinzioni a concetti quali fantasia, invenzione, creatività e immaginazione: «Fantasia: è tutto ciò che prima non c’era anche se irrealizzabile. Invenzione: è tutto ciò che prima non c’era ma esclusivamente pratico e senza problemi. Creatività: è tutto ciò che prima non c’era ma realizzabile in modo essenziale e globale. Immaginazione: è visualizzare il nuovo; mentre la fantasia, l’invenzione e la creatività pensano, l’immaginazione vede»[2].

Regola ed eccezione, regola ed emozione, salto della regola, stranezza, bizzarria, analogie insolite, diventano elementi essenziali in queste quattro definizioni di processi atti alla generazione di qualcosa di nuovo. Il prodotto della fantasia – come quello della creatività e dell’invenzione – nasce da relazioni che il pensiero fa con ciò che conosce.

Secondo Munari più un uomo è colto, più avrà capacità di fare relazioni tra concetti differenti; sempre secondo il suo pensiero la creatività alberga in ognuno di noi e, attraverso operazioni di natura sensoriale, si arriva a eseguire intelligenti operazioni di progettazione.

In questo senso, Munari elabora un suo sistema di regole essenziali allo sviluppo di operazioni di carattere creativo:

  • Metafora/Similitudine. Relazioni tra affinità visive o funzionali (esempi: la scultura di Picasso dove il sellino e il manubrio di una bicicletta diventano rispettivamente muso e corna di un toro; le teste di Arcimboldi fatte di frutta; la donna violino di Ingres).
  • Rovesciamento. Rovesciare una situazione, pensare il contrario o all’opposto. (esempio: Ghiaccio Bollente, ossimoro).
  • Ripetizione. Pensare alla ripetizione senza mutazioni di qualcosa. Tanti invece di uno. Tutti uguali o con variazioni.
  • Cambio o Sostituzione di qualcosa. Cambiamenti di colore, di peso, di materia, di luogo, di funzione, di dimensione, di movimento. Cambio di colore (esempio: il Pane blu di Man Ray, cessa di essere mangiabile solo per il cambio di un colore). Cambio di materia (esempi: il martello di sughero; l’orologio molle di Dalì; la tazzina di pelliccia di Oppenheim; le moderne cornici di gomma inventate da Munari e ancora utilizzate per incorniciare in modo rapido). Cambio di luogo (esempi: la nave in piazza, il viaggio nel tempo). Cambio di funzione (una bottiglia come sostegno a un paralume; un bicchiere come portafiori, un pisciatoio come fontana). Cambio di moto (movimento accelerato di qualcosa che generalmente si muove più lentamente; il famoso cambio alla Ridolini, inventato dal comico Ridolini segna quasi tutto il cinema comico muto e l’avanspettacolo teatrale degli anni Venti). Cambio di dimensione (il fiammifero pop enorme; il bonsai; il veliero in bottiglia). Cambio di peso (i pesi del culturista che diventano gonfiabili quindi leggeri, da gioco per bambini). 
  • Mettere in relazione più cose diverse. Fare una cosa unica con più cose differenti e fondere elementi diversi in un unico corpo (la costruzione del mostro).
  • Relazioni fra le relazioni. Una cosa che è il contrario di un’altra, ma è in un posto non suo ed è cambiato di materia, di colore, in cui un pezzo viene sostituito da un altro e così via all’infinito: un gatto blu (cambio di colore) gonfio di elio e quindi leggero come una piuma (cambio di peso) alto venti metri (cambio di dimensione) che si muove solo nel fuoco (cambio di luogo).

Secondo Munari il bambino non ha più fantasia dell’adulto, ma possiede semplicemente meccanismi di proiezione continui e sbloccati. Il bambino fa una cosa molto semplice: proietta tutto quello che sa su tutto quello che non sa o non conosce a fondo. Per lui qualunque cosa nel mondo ha le sue stesse qualità: la palla grande sarà la mamma della palla piccola. Questa è proiezione del proprio mondo noto su ogni cosa. L’Adulto può essere creativo come o più del bambino se, pur conservando delle metodologie mature, non dimentica questa normale operazione di proiezione inserendola all’interno di una progettualità razionale. 


[1] Munari B., Fantasia, Laterza Editori, Bari, 1977.

[2] Ibidem p. 21-22.